Igiene e alimentazione

L’igiene: una conquista del nostro tempo

Solo a partire dal secolo scorso, con il progresso della medicina, è sorta e si è affermata l’igiene, intesa correttamente come scienza della conservazione e della promozione della salute. L’igiene è infatti quell’insieme di precauzioni utili per evitare di ammalarsi, e quindi anche di trasmettere agli altri – o di ricevere dagli altri – malattie, infezioni e parassiti. I campi di intervento dell’igiene sono numerosi: si va dall’igiene alimentare, che si occupa della quantità e della qualità dell’alimentazione, all’igiene ambientale, che interviene sulle cause di malattie derivanti dall’inquinamento, dai rumori, dalla mancanza di aree verdi ecc.; dall’igiene del lavoro, relativa all’ambiente in cui si lavora e ai modi in cui il lavoro viene svolto, all’igiene mentale, che cerca di salvaguardare la salute psichica dagli effetti negativi dovuti agli squilibri sociali e familiari. E ancora abbiamo l’igiene sessuale, in rapporto alle abitudini sessuali dei vari strati della popolazione, l’igiene scolastica, l’igiene rurale eccetera.

L’igiene nella borsa della spesa: la scienza dell’alimentazione

Oggi molti danni per la nostra salute nascono dal’enorme produzione alimentare di cui dispongono i paesi sviluppati. Le aggressioni alla salute proprie dei nostri giorni, relative all’alimentazione, sono fondamentalmente due. La prima, che sembra quasi in contraddizione con l’abbondanza di alimenti disponibili, sta nelle abitudini alimentari dei consumatori. Molte persone, infatti, si nutrono in modo assai poco vario: fra i tanti cibi, danno la preferenza a due o tre senza dare spazio ad altri. La dieta variata, invece, è la prima regola di igiene alimentare da seguire: pasta, pane, carne, uova, formaggi, verdure, frutta, acqua devono essere presenti in quantità opportuna sulla nostra tavola per fornire all’organismo tutte le sostanze di cui necessità, e cioè proteine, carboidrati, grassi, minerali, vitamine, fibre, oligoelementi ecc. Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia, e cioè l’alimentazione eccessiva, che provoca l’obesità, che danneggia il cuore e le arterie, che porta al diabete, che provoca la carie, che predispone a diverse malattie. Nelle società economicamente sviluppate è ormai d’obbligo controllare non solo quello che si mangia, ma anche quanto, e come, si mangia.

I VANTAGGI E I PERICOLI DELLA CONSERVAZIONE

La seconda aggressione all’igiene in campo alimentare sta nei metodi di produzione e di conservazione dei cibi. Per poter produrre tanto e per conservare poi il prodotto in modo da poterlo vendere lontano dal luogo di produzione e magari a distanza di anni, vengono usate numerosissime sostanze chimiche; esse servono soprattutto per eliminare i parassiti che potrebbero danneggiare i raccolti e per fare in modo che le scorte alimentari non deperiscano e non si alterino. Inoltre, ne vengono utilizzate per degli scopi che giovano al produttore, ma poco o nulla al consumatore: per esempio, per produrre cibi rapidi da usare, per dare sapori stuzzicanti, per allettarci con colori appetibili, e così via. Decine e decine di prodotti chimici entrano così a far parte dei nostri pasti quotidiani, con conseguenze anche negative per la nostra salute. Fra le più frequenti sono:

  • intossicazioni da cibi mal conservati o conservati in cointenitori inadatti (icontenitori di plastica e di metallo non sempre sono innocui per la salute, perchè alla lunga “intaccano” il cibo e lo rendono nocivo);
  • avvelenamenti da sostanze nocive usate per ottenere coltivazioni abbondanti (per esempio gli insetticidi);
  • squilibri fisici dovuti al fatto che molti degli animali di ci nutriamo vengono alimentati con sostanze dannose per loro e per noi;
  • lente, ma micidiali alterazioni degli organi interni causate da sostanze chimiche ad alto rischio che finiscono involontariamente o volontariamente negli alimenti (per esempio mercurio nei pesci, atrazina nell’acqua, conservanti, coloranti ecc.).

Un’informazione necessaria.
Le etichette: quello che ci dicono e quello che non ci dicono

E’ solo dal 1982 che l’Italia, accogliendo una direttiva della Ce, ha migliorato la legislazione riguardante l’etichettatura dei prodotti alimentari. Ma quanti cittadini sonoa conoscenza delle norme sull’etichetta? Ed è veramente utile per loro imparare a “leggere” le etichete e leggerle regolarmente, per abitudine? Le etichette danno infatti al consumatore accorto una serie di informazioni utili sia per il consumo (costo, peso, qualità ecc.) sia per la salute (ingredienti, additivi, tempi di consumo, modalità di conservazione ecc.). Tuttavia queste informazioni richiedono spesso una capacità di interpretazione che pochi consumatori posseggono; come puoi rilevare facilmente tu stesso, sono necessarie diverse conoscenze di chimica per capire davvero che cosa stiamo mettendo nella borsa della spesa. Perciò si rende necessaria non solo una etichettatura più chiara e più alla portata del consumatore comune, ma anche una vigilanza da parte delle autorità e del cittadino stesso affinchè venga rispettato il diritto di tutti di sapere che cosa si mangia e di tutelare la propria salute.

A OCCHI APERTI: COME INFORMARSI SUI CIBI
In Italia ci sono alcuni centri pubblici e privati, che si occupano di stiudiare continuamente l’effetto dei vari cibi sul fisico umano. Essi pubblicano i risultati delle loro indagini su riviste specializzate, di cui la stampa fornisce a volte degli stralci. Una delle preoccupazioni da seguire comunque è quella di leggere sempre con attenzione le etichette che, per legge, devono essere applicate ad ogni confezione di cibo trattato o conservato, sia che si trati della comune pagnotta o di una appetitosa salsa per il pesce. Con un minimo di informazioni di base diventa più facile elimianare dalla propria tavola quei cibi che contengono sostanze nocive o che sono conservati in modo inadatto; non è necessario essere dei chimici, basta informarsi sugli opuscoli che i vari Enti in difesa dei consumatori distribuiscono gratuitamente a chi ne fa richiesta.

Associazione Diritti del Malato

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