Anche se in maniera sottostimata, l'istituto di statistica denuncia aumenti nel settore alimentare un +0,1% su base mensile. Questi aumenti sono imputabili prevalentemente alla dinamica dei prezzi dei beni energetici, che amplificano la loro flessione sia nella componente regolamentata da -9,4% a -13,9% sia in quella non regolamentata da -2,7% a -7,6%. Questa dinamica è solo in parte compensata dall’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari da +1,1% a +2,8% e, in misura minore, dalla riduzione della flessione dei prezzi dei servizi relativi alle comunicazioni da -2,6% a -1,3%.

Aumenti confermati nel dettaglio dall’Istat, anche se in forma sottostimata da Nord a Sud la situazione non cambia, nei piccoli esercizi come presso la grande distribuzione, persone che hanno perso il lavoro, che si trovano in cassa integrazione, che non riescono a far fronte alle spese quotidiane devono anche far fronte a questi aumenti. Bisogna adotare misure che contrastino l'emergenza povertà, incrementare buoni spesa e forme di sostegno per tutte le imprese con reddito inferiore (imprese familiari, piccoli esercenti ecc.)