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Cultura Veneta

Chi siamo - Chi eravamo

Venezia Ponte di RialtoVenezia Ponte di RialtoQuando parliamo di cultura veneta, facciamo riferimento al bagaglio di conoscenze e di valori che ci sono stati tramandati nei secoli dai nostri avi. Cultura veneta significa storia, lingua, tradizioni, usi e costumi tipici, cucina, musica, teatro e tutto quel modo di pensare e agire da sempre tipico del popolo veneto. Un popolo ricco di valori e di insegnamenti su cui si fondano le nostre radici. Le caratteristiche principali sono equità, forza, libertà e buon governo. Parliamo pertanto di identità del popolo veneto che ha quattromila anni di storia, dal secondo millennio aC ai nostri giorni. L'identità veneta è un bene da tutelare e promuovere. L'area che consideriamo è quella del Nordest, una macroregione accomunata da una storia, da una tradizione millenaria, da una lingua - la lingua veneta - da una geografia, ovvero la presenza di ricchezze naturali, da una personalità. I veneti possiedono una loro espressione mite ed equilibrata, la peculiarità di tendere all'autonomia del proprio lavoro e della propria vita; e grandi qualità morali come lo spirito d'iniziativa, di organizzazione, invenzione, tecniche del lavoro, laboriosità e sacrificio. E da una presenza sociale e politica che si contrappone ai nemici della libertà e della democrazia.

Le qualità morali e civili del popolo veneto e la sua fedeltà e fiducia alle democrazie rischiano di essere messe in pericolo senza uno sviluppo economico e a causa dell’esposizione alla corruzione dei costumi, frutto dell'influenza negativa proveniente da ambienti estranei alla propria tradizione. Mai come in questo tempo il legame con la tradizione diventa debole e minaccia di rompersi: è in atto una trasformazione psicologica.

Quali sono le caratteristiche del popolo veneto? Attaccamento alla terra, docilità, religiosità, etica del lavoro. Etica che vuol dire onestà nel lavoro. Il pericolo che si profila è quello di una espropriazione della cultura veneta, la scomparsa di ogni elemento di originalità, le tradizioni, le parlate, il modo di pensare e di fare tipico del popolo veneto. Un grande storico del nostro popolo veneto afferma che solo chi ha bene sviluppate le proprie radici culturali è in grado di partecipare pienamente al lavoro e alla cultura della comunità in cui vive, da protagonista e non da suddito.

Il contesto regionale veneto si caratterizza per il saldo legame secolare tra cultura contadina e cristianesimo. La cultura si caratterizza per la lingua e quindi per lo stile di comunicazione, per lo stile mentale degli appartenenti al popolo veneto, per l'ambiente, la comunità, la storia, e le persone.

La cultura veneta è una cultura di comunità, in cui sono praticate da millenni diverse peculiarità: il sostegno reciproco, la stabilità e la fedeltà delle relazioni nel tempo, una intensa religiosità, l'autonomia del proprio governo.

La cultura dei veneti è pratica, è una cultura di mani che non sanno stare ferme e dei pensieri che devono trovare lo sbocco del fare; per questo è una cultura vicina all'uomo e alla natura.

Un antico proverbio veneto dice: «Come nialtri no ghe n’è altri, se ghe n’è ancora, che i vegna fora!». Questo detto esprime in profondità la personalità dei veneti, depositata nel grande archivio dell'oralità, dei modi di dire, dei proverbi, delle massime di una saggezza esemplare. In quel "nialtri e altri" si percepisce il senso dell'onore da mettere in gioco. Si manifesta il senso dell'identità di un essere umano inserito in una comunità e nella storia della propria comunità; si avverte l'orgoglio e la capacità della persona di uscire allo scoperto per guadagnarsi il rispetto di quante altre culture esistono al mondo. Esistono sia la saggezza contadina che deriva dall'esperienza della natura e della terra, sia la disponibilità al dialogo: il concreto della terra e il dialogo, ovvero la capacità di dialogo del commerciante, del venditore e di chi si confronta e scambia propri prodotti e proprie idee con gli altri.Il ponte dei Sospiri, uno dei ponti più celebri di VeneziaIl ponte dei Sospiri, uno dei ponti più celebri di Venezia

Alcune descrizioni fatte da altre culture dipingono il popolo veneto come sottomesso, laborioso, rimbambito di grappa alle otto del mattino, e che chiamato per cognome-nome risponde "comandi": il cittadino veneto spesso è associato erroneamente all'immagine della servitù, di uno status sociale estremamente basso di cui vergognarsi. Non possiamo non notare come in molti film la parte della collaboratrice domestica sia affidata attrici dotate di grande fisico, indirettamente proporzionale al loro cervello, e particolarmente "disponibili" alle voglie del datore di lavoro. Il dialetto? Quello veneto, naturalmente. mai sentio - è solo un esempio - quello toscano.

Dobbiamo stare attenti, di fronte a questi attacchi che vengono messi in atto da altre culture, di non perdere la nostra identità e la nostra personalità per assumere comportamenti e modi di pensare che non ci appartengono e che non fanno parte della nostra storia. A volte la mitezza e la bontà del popolo veneto vengono fraintese, descritta come rassegnazione, fino a farne quasi una forma di inferiorità.

I veneti invece uniti tra di loro e partendo dalla saggezza della loro terra e dai principi del cristianesimo di cui si sono sempre nutriti, si sono messi a costruire e produrre, e l'hanno realizzato così bene da essere superiori in produttività ai giapponesi, in organizzazione ai tedeschi, e in capacità di vendere e esportare rispetto a tutti i concorrenti mondiali.

I contenuti sulla comunicazione e le tecniche di vendita che abbiamo il piacere di presentare sono rivolti al ritrovare dentro ciascuno di noi questa identità importante che rischia di essere perduta. Il popolo veneto infatti sia di campagna sia di montagna o di città è istintivamente semplice, laborioso, costruttivo. Non è mai stato preso da isterismi o da rivoluzioni culturali; è un popolo pratico e pragmatico. È un popolo moderato e impegnato nella produzione e nel risparmio. Ha esigenze di tipo etico, morale, di onestà nel lavoro nelle relazioni, che vengono prima di quelle giuridiche. È un popolo fortemente legato alla natura, naturalmente e istintivamente cristiano e cattolico.

È importante ritornare a capire e a conoscere quali sono i valori della propria identità per fondare su questi l'innovazione di cultura, di motivazioni, di sfide che il mondo moderno ci pone. Significa recuperare e ritornare a essere fedeli al patrimonio storico sepolto da intere generazioni, essere fedeli alla nostra personalità più profonda, alla personalità storica, recuperando quella condizione di autenticità e felicità che si basa sulla lingua e le tradizioni e i legami con la nostra comunità che rischiano di essere perduti.

I concetti importanti nella cultura veneta sono "popolo" e "comunità". I valori che ci proponiamo di ritrovare, di descrivere e di vivere e praticare al giorno d’oggi sono il legame con la terra, la vicinanza alla natura, la sanità morale, la tradizione, la laboriosità e l'indipendenza economica. Tutto questo deriva dall'amore che abbiamo nei confronti della terra che significa rispetto per l’ambiente e le persone. Da sempre le persone venete di fronte alle sfide della storia, delle calamità naturali, delle guerre, delle crisi economiche, sanno ricominciare da capo, in silenzio, la fatica delle stagioni.

I prodotti della terra veneta non possono essere respinti o disprezzati dal mercato: questa è la terra che amiamo, che coltiviamo, questo è l’ambiente in cui viviamo, e del quale siamo orgogliosi.

Questo caratteristico ponte di Venezia, situato a poca distanza da piazza San Marco, scavalca il rio di Palazzo collegando, con un doppio passaggio, il Palazzo Ducale alle Prigioni Nuove. Gli è stato attribuito questo nome perché la tradizione vuole che, ai tempi della Serenissima, i prigionieri, attraversandolo, sospirassero davanti alla prospettiva di vedere per l'ultima volta il mondo esterno.Questo caratteristico ponte di Venezia, situato a poca distanza da piazza San Marco, scavalca il rio di Palazzo collegando, con un doppio passaggio, il Palazzo Ducale alle Prigioni Nuove. Gli è stato attribuito questo nome perché la tradizione vuole che, ai tempi della Serenissima, i prigionieri, attraversandolo, sospirassero davanti alla prospettiva di vedere per l'ultima volta il mondo esterno.